Riscoprire il significato di BENE COMUNE e prenderci cura dell’interesse generale

PRESENTAZIONI DEGLI INCONTRI

Sabato 1° febbraio 2025  ore 15:30 – Cimadolmo 

Auditorium “ C. Pavesi” c/o Scuola Secondaria di primo grado – G.B. Lovadina, 8

 

Convegno in memoria e omaggio a Silvio Trentin, Giuseppe Corazzin e Tommaso Angelo Tonello

 

La nostra Associazione Civica “AGORA’ DEI TRE COMUNI“, nell’ambito delle varie iniziative in corso che ricordano l’avvento 100 anni fa della dittatura con l’istituzione dello Stato fascista, è lieta di aprire l’attività per il nuovo anno dedicando un Convegno in memoria e omaggio a Silvio Trentin, a 140 anni dalla nascita, a Giuseppe Corazzin, nel centenario dalla nascita e a Tommaso Angelo Tonello, a 60 anni dalla morte, tre esponenti di spicco della nostra Provincia con diverso orientamento politico che si opposero al regime fascista e furono per questo perseguitati.
A loro va riconosciuto il merito di aver contribuito con determinazione e coerenza alla rinascita civile e democratica della nostra Provincia e Regione e dell’Italia tutta nell’immediato dopoguerra.

 

A presentare i suddetti tre personaggi abbiamo coinvolto dei qualificati studiosi e ricercatori quali:

  • Simone Menegaldo, Storico e Socio corrispondente dell’ISTRESCO di Treviso
  • Ivano Sartor, Storico delle Istituzioni e delle Comunità trevigiane
  • Sergio Tazzer, Storico e Presidente dell’Associazione “Fratelli Rosselli” di Treviso.

 

Detto incontro si terrà sabato 1° febbraio 2025 a Cimadolmo alle ore 15:30 presso l’Auditorium “ C. Pavesi” della Scuola Secondaria di primo grado, in
via G.B. Lovadina, 8 con il Patrocinio dei Comuni di Cimadolmo, Ormelle e San Polo di Piave, dell’”ISTRESCO” di Treviso e dell’Associazione “Fratelli
Rosselli” di Treviso.

 

Riportiamo qui di seguito un essenziale profilo biografico dei tre personaggi che si andrà a ricordare e a rendere omaggio.

Silvio Trentin, nato a San Donà di Piave nel 1885, illustre giurista docente di diritto pubblico, all’Università Ca’ Foscari di Venezia, deputato dal 1919
al 1921 per la Democrazia sociale, è stato protagonista dell’istituzione dell’Ente di rinascita agraria delle province di Treviso e Venezia e della bonifica integrale dei terreni paludosi tra il Limene e il Livenza.
Legato da profonda amicizia con Giovanni Amendola, fu con Salvemini e con l’ex Presidente del Consiglio Nitti uno dei tre soli docenti italiani che preferirono scegliere la via dell’esilio in Francia nel 1926 per non dover giurare fedeltà al fascismo. Partecipò alla Resistenza elaborando una

compiuta teoria federalista dello Stato che trovò poi la traduzione normativa in due progetti di costituzione per la Francia e l’Italia.
Trentin morì il 12 marzo 1944, a Monastier di Treviso dove era ritornato da pochi mesi dopo quasi 18 anni di esilio in Francia. Fu riconosciuto da
Norberto Bobbio e Leo Valiani come la prima guida spirituale di tutto il movimento nel Veneto, il vero teorico del carattere autonomista della resurrezione d’Italia, il critico più forte della struttura centralizzata dello Stato italiano. La prematura morte di Trentin nel momento decisivo della lotta di liberazione non gli consentì di esercitare quel ruolo che egli avrebbe potuto avere nella ricostruzione del Paese come affermò Pietro Nenni secondo il quale egli “sarebbe stato certamente uno dei capi della nuova Italia, uno dei maestri della nuova generazione”.

 

Giuseppe Corazzin, nato ad Arcade (TV) nel 1890, si è formato alla scuola dei dirigenti della Diocesi di Treviso allora guidata dal Vescovo Andrea Giacinto Longhin. Si dedicò ben presto all’organizzazione sindacale tra i braccianti, i mezzadri e i contadini della Marca Trevigiana. Partecipò come componente della Segreteria nazionale alla neonata Confederazione italiana dei Lavoratori (CIL). Nel 1918 iniziò a ricostruire il mondo del lavoro cattolico per cui alla fine del 1919 la Diocesi di Treviso poteva contare un centinaio di Leghe e Cooperative bianche. Nel 1920 fu eletto consigliere e presidente per il neonato Partito Popolare Italiano nel consiglio della Provincia di Treviso, carica che mantenne fino al 1923.
Nel 1920 organizzò le masse contadine della Marca Trevigiana in dure lotte per ottenere l’abolizione della mezzadria fino ad ottenere significative
conquiste. Nel 1925 fu eletto nel Consiglio Nazionale dal V Congresso nazionale del Partito Popolare e in quella sede sostenne la necessità delle dimissioni dei deputati aventiniani e sollecitò nuove forme di opposizione al regime fascista. Morì alcuni mesi dopo nel 1925 a soli 35 anni di età anche a causa del fisico ormai debilitato da una pesante aggressione fascista. Nell’ottobre del 1924, una squadra di camice nere aveva selvaggiamente pestato lui e la moglie, Emilia Calderino, che era incinta e perse il bambino.

 

 

Tommaso Angelo Tonello, nato a Fontanelle (TV) nel 1873, è attivo politicamente in Veneto nel 1914 dove organizza comizi e manifestazioni in piazza contro la Guerra Mondiale. Già da allora era fra i leader politici riconosciuti della Sinistra Piave in quanto fu capace di riunire un nutrito seguito di mezzadri e contadini in cooperative.
Continuò la lotta a favore dei mezzadri e il 3 agosto 1920 fomentò a Treviso una importante manifestazione a sostegno di un nuovo patto colonico.
Eletto nelle file del Partito Socialista nel 1919, Tonello si schierò rapidamente contro l’avanzare del Fascismo.
Nel 1921, gli scontri con gli squadristi si fecero più regolari. Un comizio a Oderzo terminò con spari e botte così pure a Castelfranco Veneto dove
venne caricato su una macchina e riaccompagnato di forza a Treviso. Durante il Fascismo, fu confinato a Oderzo e lì continuò ad essere perseguitato dagli squadristi in camicia nera, tanto che fu costretto poi a rifugiarsi a Lugano in Svizzera. Scappa in seguito in Francia a Tolosa assieme a Giuseppe Saragat e ad altri antifascisti italiani. Dopo la guerra, ritornato in Italia, diviene membro dell’Assemblea costituente nelle file del partito Socialista Italiano di Unità Proletaria ed in seguito, Senatore della Repubblica durante la prima legislatura. Morì a Fontanelle l’8 aprile 1965.

Giovedì 20 marzo 2025 ore 20:30 – Ormelle

Sala Comunale “Vittorio Bachelet” – Piazza Vittoria, 19

 

Incontro-Dibattito sul tema “ L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE – La nuova rivoluzione dalle grandi imprevedibili opportunità che pone seri interrogativi con rischi e impatti negativi anche per la tenuta del nostro sistema democratico”.

 

Social network, app, e-commerce e piattaforme streaming di vario genere, da almeno un decennio sfruttano l’intelligenza Artificiale che fa ormai parte delle nostre vite toccando ogni aspetto della nostra società, dalla scuola, al lavoro, alla sanità, alla guerra, alla lotta al riscaldamento globale e a tanto altro. 

 

Solo quando questa nuova tecnologia, grazie Chat GPT e altri programmi, si è evoluta divenendo di natura generativa, capace quindi di interpretare contenuti e di crearne di nuovi, dandole un volto nuovo e più umano, aprendo scenari imprevisti, tutti ne parlano, spesso a sproposito, dando corda a eccessivi entusiasmi o paure infondate. 

 

Si rende pertanto necessario comprendere di cosa si tratta esattamente, conoscere come funziona, come agiscono le reti neurali e si generano gli algoritmi. 

 

È necessario far luce sui cambiamenti che ha già prodotto, sui suoi limiti attuali, sulle opportunità e rischi di disinformazione e discriminazione che si profilano all’orizzonte, su quale impatto potrà avere sulla nostra società e sul nostro stesso sistema democratico. 

 

Se si vuole che la tecnologia legata alla Intelligenza Artificiale abbia un impatto positivo, essa deve necessariamente soggiacere a un comportamento etico in linea con determinati valori che la orientano verso un progresso tecnologico responsabile. 

 

Servono altresì strutture di governance che guidano, controllino ed eventualmente vietino certi comportamenti o usi dell’Intelligenza Artificiale.

Ci siamo rivolti ad un esperto della materia quale il Prof. Dario Da Re che da parecchi anni si dedica alla ricerca in Intelligenza Artificiale ora Direttore dell’Ufficio Digital Learning e Multimedia e Docente di laboratorio sulle trasformazioni Digitali a Scienze Sociologiche presso l’Università degli Studi di Padova. 

 

A lui si deve la recente uscita, cura e supervisione del libro “Dialoghi con il futuro: riflessioni sull’era dell’Intelligenza Artificiale generativa “, Amazon editore, autrice Lucrez-IA in quanto si richiama alla prima donna laureata, Lucrezia Cornaro, e a scriverlo nel caso specifico è stata la stessa Intelligenza Artificiale per cui si tratta della prima autobiografia e primo manifesto di Intelligenza Artificiale interamente generato dalla stessa senza intervento diretto umano nella stesura del testo per cui si rivela come una vera simbiosi tra pensiero umano e
capacità computazionali dell’Intelligenza Artificiale.

Venerdì 30 maggio 2025 alle ore 20.45 a San Polo di Piave,

 

Incontro-Dibattito sul tema ” CITTADINI AL VOTO PER I 5 REFERENDUM SUL LAVORO E LA CITTADINANZA – I singoli quesiti gli obiettivi, i vantaggi e le criticità”.

 

Per l’occasione abbiamo chiamato ad intervenire il Prof. Enrico Minnei, Docente di Diritto Costituzionale all’Università degli studi di Padova.

 

I cinque referendum, se approvati, avrebbero un impatto significativo su diversi aspetti della legislazione italiana. Vediamo più nel dettaglio le possibili conseguenze:

    • Sulla cittadinanza: La riduzione del tempo necessario per ottenere la cittadinanza potrebbe favorire una maggiore inclusione degli stranieri nella società italiana, semplificando il processo di naturalizzazione e ampliando i diritti di partecipazione civica.

 

    • Sui licenziamenti: Il ripristino delle vecchie tutele precedenti al “Jobs Act” significherebbe un maggiore potere per i lavoratori nel caso di licenziamento illegittimo, rendendo più difficile per le aziende licenziare senza una giusta causa.

 

    • Sui contratti a termine: L’obiettivo è ridurre la precarietà, limitando l’uso eccessivo dei contratti a tempo determinato. Questo potrebbe portare a un aumento dell’occupazione stabile, ma anche a una possibile riduzione della flessibilità per le imprese.

 

    • Sulla responsabilità negli appalti: Eliminare la responsabilità solidale potrebbe ridurre gli obblighi per le aziende, ma al tempo stesso diminuirebbe la tutela per i lavoratori impiegati in appalti e subappalti, aumentando il rischio di infortuni e violazioni dei diritti.

 

Nel complesso, i referendum mirano a riequilibrare i diritti tra lavoratori e datori di lavoro, oltre a promuovere una maggiore integrazione per gli stranieri. Tuttavia, ogni quesito presenta vantaggi e criticità che andranno valutati attentamente dagli elettori.

Questi referendum mirano a incidere profondamente sul sistema giuridico italiano, in particolare sulle normative che regolano il lavoro e l’acquisizione della cittadinanza. Se approvati, potrebbero avere effetti significativi sulle condizioni occupazionali, sulla stabilità lavorativa e sull’integrazione degli stranieri nel tessuto sociale italiano.

 

Possibili Impatti delle Riforme

    • Cittadinanza: L’abbassamento dei tempi di residenza potrebbe favorire una maggiore inclusione sociale e politica degli stranieri, semplificando il percorso per diventare cittadini italiani.

 

    • Tutela dei lavoratori: Il ritorno a tutele più rigide contro i licenziamenti potrebbe garantire maggiore sicurezza ai lavoratori, specialmente in caso di licenziamenti ingiustificati.

 

    • Maggiori risarcimenti: L’eliminazione dei limiti di indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese potrebbe aumentare la protezione dei lavoratori, ma anche incidere sui costi per i datori di lavoro.

 

    • Contratti a termine: La modifica delle normative sui contratti a tempo determinato potrebbe influenzare il mercato del lavoro, aumentando la flessibilità per le aziende ma anche riducendo il rischio di precarietà per i lavoratori.

 


    • Responsabilità negli appalti: La rimozione della responsabilità solidale tra committenti e appaltatori potrebbe ridurre i costi per le imprese, ma anche sollevare preoccupazioni sulla tutela della sicurezza dei lavoratori.
 

 

Scenario Politico e Sociale

Questi referendum si inseriscono in un dibattito più ampio sui diritti dei lavoratori e sull’integrazione degli stranieri in Italia. Mentre i sostenitori li vedono come strumenti per rafforzare le garanzie sociali e ridurre le disuguaglianze, i critici temono che alcune delle misure possano avere effetti negativi sulla competitività delle imprese o sui costi per il sistema economico. L’esito del voto dipenderà dalla partecipazione e dalle posizioni delle forze politiche, sindacali e imprenditoriali che influenzeranno il dibattito pubblico nei prossimi mesi.

Venerdì 6 giugno 2025 ore 20:45 – Cimadolmo

Auditorium “Cristina Pavesi” della Scuola secondaria di I grado – Via G.B.Lovadina 8

 

Incontro-dibattito sul tema:  “L’EUROPA NEL NUOVO ORDINE MONDIALE ”– L’attuale crisi del multilateralismo e delle tradizionali alleanze, il ritorno dei nazionalismi, l’emergere di nuovi imperialismi  e di inedite alleanze stanno mettendo in crisi gli attuali equilibri ridisegnando il mondo  ei nuovi preoccupanti scenari si affacciano.

 

Per l’occasione abbiamo coinvolto Gabriele Junior Pedrazzoli, Facoltà di Giurisprudenza presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, collaboratore della rivista “Mondo Internazionale” e autore di numerosi articoli pubblicati anche su altre qualificate riviste  di geopolitica.

 

In questi ultimi anni e ancor più con l’arrivo di Trump alla presidenza degli Stati Uniti sono riemersi i nazionalismi e gli imperialismi dei secoli scorsi con pretese territoriali.

Il mondo basato sulle regole, sul diritto, sul multilateralismo, sulla libertà e democrazia scaturito dalle ceneri della prima e seconda Guerra Mondiale è entrato in crisi. Assistiamo ora a un improvviso e non previsto radicale cambiamento segnato da una nuova fase di egemonia contrastata in cui gli antagonisti si sfidano apertamente per allargare la loro sfera di influenza. I russi invadono l’Ucraina riportando la guerra nel nostro continente, gli iraniani colpiscono Israele tramite Hezbollah e Hamas, i cinesi soccorrono Mosca e Teheran, mentre ci ricordano, a ogni esercitazione militare, che Taiwan dovrà tornare loro, con le buone o con la forza.

La Turchia conquista porzioni d’Africa mentre guarda all’Asia Centrale, Israele vuole annettersi la striscia di Gaza, gli Stati Uniti, quasi all’improvviso, rivendicano il Canada, la Groenlandia e il Canale di Panama.

L’Unione europea, con i suoi 450 milioni di abitanti e un governo nazionale con l’atomica, potrebbe far sentire meglio la propria voce nel mondo ma in questo momento la Francia e la Germania – asse su cui poggia l’Unione-, sono tormentate da divisioni interne e da forti spinte sovraniste cui si aggiungono i distinguo dell’Italia e la netta contrarietà dell’Ungheria.

L’Unione europea sta correndo ora ai ripari avviando un forte piano di riarmo difensivo basato su prestiti e deroghe al patto di stabilità destinati ai singoli Stati nazionali per rafforzare le loro difese nazionali ma non per ottenere una difesa unica.

Di fronte a tutti questi epocali rivolgimenti è necessario immergerci in questo nuovo mondo in continua rapida evoluzione e provare a comprendere cogliendo le molteplici cause che hanno ripiombato in particolare l’Europa ma anche gli altri continenti in una preoccupante e piuttosto critica situazione.

  • Venerdì 12 settembre 2025 ore 20:30 – Ormelle

Sala Comunale “Vittorio Bachelet” – Piazza Vittoria, 19

 

Incontro-dibattito sul tema:  LA CRISI DELL’UNIONE EUROPEA NEGLI ATTUALI EPOCALI MUTAMENTI GEOPOLITICI MONDIALI: Le nuove sfide che l’Europa è chiamata ad affrontare per conservare un ruolo da protagonista sulla scena internazionale assicurando un duraturo futuro di pace e benessere alle nazioni che ne fanno parte”

 

Relatore: prof. Marco BrunazzoDirettore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, e Professore Ordinario di Politiche dell’Unione Europea all’Università degli Studi di Trento.

 

Settantacinque anni fa nasceva l’idea dell’Unione Europea, la nostra “Casa comune”. Un continente devastato dalla seconda guerra mondiale si mise sulla via della pace e della stabile cooperazione dando inizio alla più audace innovazione democratica transnazionale della nostra epoca.
L’Unione Europea (UE) si trova oggi al centro di profondi mutamenti geopolitici che ne mettono a dura prova coesione, capacità strategica e ambizione globale. Di fronte all’offensiva che mira a disunire l’Unione, c’è il timore che l’Europa, ora così politicamente debole, si condanni a tornare ad essere un’espressione geografica rassegnandosi al dominio internazionale della forza non più in condizione di difendere lo stato di diritto, pilastro portante della sua civiltà giuridica e politica, presupposto di un lungo e storico periodo europeo di pace così pure di rivendicare la civiltà di molte sue leggi davanti all’arbitrio di chi mette sul piatto il peso della propria potenza economica, commerciale e, non ultima militare.

 

Per mantenere un ruolo da protagonista sulla scena internazionale e garantirsi l’indipendenza l’UE dovrà affrontare una serie di sfideinterconnesse e compiere scelte cruciali. A un continente deriso per la sua timidezza necessitano nuove idee e urgenti proposte per ricostruire e riformare la sua struttura abbandonando vecchie abitudini quali il protagonismo che ha la meglio sull’azione collettiva.

 

Riportiamo pertanto qui di seguito una sintesi delle principali problematiche e sfide che l’attendono così pure le direttrici strategiche che si delineano.

 

  1. Sicurezza e Difesa: verso una maggiore autonomia strategica. L’invasione russa dell’Ucraina ha riportato la guerra sul suolo europeo, evidenziando la dipendenza da USA e NATO per la sicurezza. Sta emergendo la necessità di rafforzare la difesa comune europea, potenziando l’industria militare e creando una politica estera e di sicurezza più coesa. Si palesa una autonomia strategica senza rompere l’alleanza atlantica. Diceva il grande Jean Monnet, nostro padre Europeo: “Si accetta il cambiamento solo quando è necessario e si vede la necessità solo durante una crisi ”. A lui, in questi tempi di crisi su più fronti, dovrebbero ispirarsi i leader europei. Le scelte per l’Europa sono brutalmente semplici: possiamo essere padroni del nostro destino o dipendere dalle decisioni altrui. Oggi diventano scelte necessarie.
  2. Transizione energetica e indipendenza dalle fonti esterne. La dipendenza dal gas russo e le turbolenze nei mercati globali hanno messo a rischio la sicurezza energetica. E’ necessario accelerare il più possibile nella transizione verso le energie rinnovabili e costruire una rete energetica europea più integrata
    tale da assicurare sovranità energetica e sostenibilità ambientale.
  3. Competitività economica e sovranità tecnologica. La concorrenza globale da parte di Cina e Stati Uniti, i ritardi digitali e le dipendenze tecnologiche richiedono urgenti grandi investimenti in innovazione, intelligenza artificiale, semiconduttori, per colmare tale notevole divario creando magari un mercato interno più agile così da poter contare in una Unione Europea più resiliente, innovativa e autonoma sul piano industriale e tecnologico.
  4. Allargamento e gestione delle frontiere. La prospettiva di allargamento verso i Balcani occidentali, l’Ucraina, la Moldavia e forse la Georgia, pone problemi di governance, risorse e coesione. Prima di tale espansione si renderà necessario procedere a riformare le istituzioni europee , rafforzando il controllo delle frontiere e definendo politiche migratorie comuni. Si auspica un’Unione più grande ma anche più coesa e funzionale.
  5. Governance interna e riforme istituzionali. Il processo decisionale è spesso bloccato da veti nazionali e lentezze burocratiche. Ci si augura venga superato il voto all’unanimità su temi chiave come la politica estera e fiscale, rafforzando il ruolo del Parlamento europeo snellendo le istituzioni dando così più efficienza e legittimità democratica.
  6. Crisi demografiche e sociali. L’invecchiamento della popolazione, il calo demografico e le disuguaglianze sociali tra Stati membri richiedono politiche comuni su natalità, welfare, lavoro e immigrazione qualificata. In Europa bisogna fare molto di più anche per una maggiore armonizzazione fiscale. Tutto ciò va però raggiunto preservando il modello sociale europeo.
  7. Ruolo globale e multilateralismo. I nuovi equilibri geopolitici in corso hanno messo in crisi il multilateralismo generando instabilità nel Mediterraneo e in Africa. S’impone pertanto il rafforzamento della politica estera comune, parlando quindi con una sola voce nei consessi internazionali diventando attore mediatore e regolatore a livello globale facendo dell’Unione Europea un “potere normativo” e diplomatico riconosciuto. Questa fase storica dovrebbe farci riconoscere l’essenza e l’urgenza del sistema multilaterale e le sue cruciali funzioni di fronte a problemi globali che richiedono soluzioni globali. La cooperazione globale ha bisogno di ancoraggi più solidi verso le comunità e di risposte sociali più forti in grado di generare equità. Il multilateralismo può giocare un ruolo decisivo e anche per questo non crediamo che le relazioni internazionali in futuro possano basarsi solo sulla sommatoria di rapporti bilaterali, per quanto legittimi e necessari.

 

Il futuro dell’Unione Europea dipenderà dalla sua capacità di essere unita nelle scelte strategiche, di modernizzare il proprio modello socio- economico e parlare con voce unica nel mondo. Solo affrontando queste sfide in modo coeso e lungimirante, l’Unione Europea potrà conservare un ruolo da protagonista nel nuovo ordine globale in trasformazione. Mai come oggi abbiamo bisogno di Europa e mai come oggi siamo all’ultima chiamata. L’Europa è la realtà che può fare la differenza se riesce ad agire in modo unitario e ha anzitutto l’urgenza di dimostrare che difende con forza i suoi valori storici e culturali fondamentali, quelli della libertà, della democrazia, dell’accoglienza, della solidarietà sociale favorendo la formazione e la creatività come potenti strumenti pacifici capaci di generare un benessere diffuso e duraturo. Alimentare la conoscenza moltiplica energie e speranze ed è anche un mezzo indispensabile per la salvezza del nostro pianeta. Bisogna immaginare, definire, progettare l’impensabile. E l’impensabile oggi sono gli Stati Uniti d’Europa, la più forte risposta al sovranismo e al populismo, la più grande garanzia di pace e di equilibrio mondiale che si possa oggi immaginare.

  • Giovedì 16 ottobre 2025 ore 20:30 – San Polo di Piave

 

RAPPORTO SULL’OPERAZIONE OTONGA NELL’AMAZZONIA ECUDORIANA: Gli eccellenti risultati e obiettivi raggiunti dall’articolato progetto di riforestazione e tutela della straordinaria biodiversità così pure di sostegno alle popolazioni ivi presenti.

 

Il Prof. Giovanni Onore, illustre Entomologo ed Ecologo di fama internazionale, coordinatore del suddetto progetto e Presidente della “Fundacion Otonga” con sede a Quito (Ecuador) è particolarmente lieto di riferire sugli esiti di tale eccezionale impresa partita da San Polo di Piave nel 1992 in particolare a tutti coloro che hanno concorso e concorso ormai felicemente avviata alla sua conclusione.

 

La prima scintilla che ha dato avvio all’Operazione Otonga  è partita da San Polo di Piave nel novembre del 1992 in occasione di un convegno internazionale intitolato “ AMAZZONIA CHIAMA – Uomo, ambiente e risorse in pericolo “ cui è seguita nel pomeriggio una TAVOLA ROTONDA sul  tema “ AMAZZONIA QUALE FUTURO ? Idee e proposte per assicurarne la sopravvivenza: progetti e interventi per un adeguato e globale sviluppo sostenibile”, quest’ultima coordinata da Piero Angela e Danilo Mainardi con la partecipazione di esperti relatori per lo più stabilmente presenti e operanti in quella vasta regione, impegnati in studi, ricerche e progetti a tutela del “ Polmone verde “ del nostro Pianeta sempre più minacciato e devastato da incendi, disboscamenti e inquinamenti vari.

 

Tali eventi rientravano nell’ambito delle “ Manifestazioni Parallele “ al Premio GAMBRINUS “ GIUSEPPE MAZZOTTI “ giusto nella ricorrenza dei cinquecento anni dalla scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo e in coincidenza con la celebrazione della x^ edizione del Premio stesso che si è tenuta nella in serata presso il Parco Gambrinus.

 

A conclusione della suddetta manifestazione, nell’ambito del dibattito che ne è seguito, un signore, rivolgendosi agli illustri relatori  presenti, visto il quadro piuttosto desolante e molto allarmante emerso dai vari interventi sulla situazione ambientale in Amazzonia, sempre più esposta a una sistematica deforestazione, ha chiesto loro cosa era ancora possibile fare per non cedere alla rassegnazione e contrastare  tale processo di progressiva distruzione della foresta in quella vasta regione di così vitale importanza per l’intera umanità. Gli rispose subito il Prof. Giovanni Onore che era tra i relatori coinvolti, da più di un decennio residente in Ecuador, docente di Entomologia, Zoologia, Etologia ed Ecologia alla Pontificia Università di Quito, punto di riferimento per gran parte delle spedizioni scientifiche in Amazzonia, dicendo che una analoga domanda gli era stata rivolta tre anni fa da Massimo Carpinteri un appassionato apicoltore che era andato a fargli visita in Ecuador, mentre si trovavano immersi in una foltissima foresta spesso coperta di nubi ed esposta a frequenti e intense piogge, che custodiva una straordinaria biodiversità, dopo aver prima attraversato un lungo tratto di percorso pieno di sterpaglie e radure quasi prive di vegetazione e in lontananza si udivano i rumori caratteristici delle motoseghe in funzione e il fragore degli alberi abbattuti. L’ospite gli chiese spiegazioni sulle ragioni che spingono le popolazioni del luogo a tagliare tali foreste tropicali e dopo aver ricevuto dal Prof. Onore una sostanziale semplice risposta dove metteva in evidenza come le popolazioni ivi residenti per poter sopravvivere tagliavano le foreste per  ottenere subito un piccola rendita dalla vendita degli alberi abbattuti e  poi utilizzare il terreno ridotto a pascolo allevando vacche per un periodo non superiore a un quinquennio, corrispondente alla durata massima di fertilità di quel terreno, costretti infine a riprendere l’usanza di procedere a una nuova deforestazione.

 

Colpito da tale sistematico progressivo processo di distruzione della foresta, l’amico del Prof. Onore gli mise subito a disposizione tremila dollari per procedere a un significativo lembo di tale foresta per salvare almeno  una tale pur piccola porzione dalla ineluttabile distruzione.

Richiamandosi a questa singolare vicenda, il Prof. Giovanni Onore rispose all’interlocutore e alla folta platea presente che in tale luogo e situazione solo l’acquisto di porzioni di foresta primaria finalizzato alla sua integrale conservazione era forse l’unico modo per salvarla tutelando la straordinaria  biodiversità ivi presente fondamentale risorsa dell’Umanità da cui dipende la sua stessa esistenza.

 

L’illustre Prof. Mario Pavan prese subito la parola e lanciò la proposta di aprire subito una sottoscrizione finalizzata all’acquisto di una significativa porzione di tale foresta primaria segnalata dal Prof. Giovanni Onore con l’intento e il vincolo della sua integrale conservazione a disposizione per studi e ricerche ed esplorazioni a carattere scientifico e naturalistico.

Tale proposta venne subito accolta con grande entusiasmo dai numerosi partecipanti alla suddetta manifestazione  e in tale contesto venne subito raccolta una significativa somma.

 

La stessa sera, in occasione della celebrazione della X^ edizione del Premio GAMBRINUS “ GIUSEPPE MAZZOTTI ” venne di nuovo rilanciata tale sottoscrizione a favore della suddetta foresta, poi denominata “ Otonga “, localizzata in Ecuador sulla linea dell’Equatore nelle pendici delle Ande, a cavallo tra i due versanti della catena, il primo rivolto verso l’Oceano Pacifico e il secondo verso la foresta amazzonica. Alla fine dell’evento fu subito raccolta la significativa somma pari a circa venti milioni di vecchie lire grazie a un significativo contributo pari a cinque milioni di vecchie lire messo a disposizione da  “VENETOBANCA”, alla ulteriore devoluzione della somma in denaro pari a dieci milioni di vecchie lire spettante al vincitore di quella X^ edizione del Premio GAMBRINUS “ GIUSEPPE MAZZOTTI”, il noto alpinista Reinhold Messner, con l’opera “ ANTARTIDE – Inferno e Paradiso “, Garzanti Editore, che non essendo poi venuto a ritirarlo di persona, come da Regolamento del Premio stesso, non poteva più ricevere la vincita in denaro, pur rimanendo comunque il vincitore morale, cui si aggiunsero altre somme offerte da singoli privati partecipanti al Convegno e alla Cerimonia delle Premiazioni.

 

Subito dopo la Cerimonia delle premiazioni della X^ edizione del Premio GAMBRINUS “GIUSEPPE MAZZOTTI”, nel giro di una settimana, il Prof. Giovanni Onore diede il battesimo alla foresta chiamandola “ OTONGA” che derivava dal nome dato dai locali a un lombrico di grandi dimensioni, presente in tale foresta, di grandi dimensioni capace di raggiungere il metro e mezzo di lunghezza, spesso confuso con un serpentello o un anfibio vermiforme senza zampe che vive sottoterra.

 

L’Associazione promotrice del Premio GAMBRINUS ”GIUSEPPE MAZZOTTI“, per il tramite della sua segreteria, si è poi impegnata a tener viva nei successivi cinque anni la suddetta sottoscrizione a favore della Foresta Otonga seguendo tutti gli aspetti amministrativi e gestionali nonchè il trasferimento diretto delle somme via via  raccolte, al Prof. Giovanni Onore, organizzando e promuovendo inoltre iniziative specifiche coinvolgendo Gruppi, Associazioni varie, Fondazioni, Scuole, Aziende, ecc. soprattutto nell’ambito del Comprensorio Opitergino-Mottense e della Provincia di Treviso. Dal 1993 al 1997 sono stati raccolti altri venti milioni circa di vecchie lire.

 

Con la significativa somma raccolta nel 1992 in occasione della suddetta Manifestazione Parallela dedicata all’Amazzonia e nella successiva X^ edizione del Premio GAMBRINUS “ GIUSEPPE MAZZOTTI” e poi nei successivi contributi introitati nel quinquennio dal 1993 al 1997 è stato possibile acquistare in totale ben cinquecento ettari circa di foresta primaria in buona parte ancora vergine riforestando al suo interno circa 160 ettari di suolo deforestato ivi presente coinvolgendo le popolazioni locali e i ragazzi delle scuole situate nei villaggi ai bordi della suddetta foresta.

Al prioritario acquisto di lembi di foresta primaria, sono ben presto emerse altre connesse necessità complementari di supporto al progetto stesso per favorirne un duraturo positivo esito promuovendo altre iniziative e progetti di sensibilizzazione ed educazione ambientale, di promozione umana e sociale a favore delle popolazioni locali rivolte in particolare ai bambini ,ai ragazzi e ai giovani.

 

Nel 1997, quando l’Operazione Otonga sembrava ormai prossima al suo esaurimento e si faticava a raccogliere altri contributi e nel contempo si presentava una buona opportunità di un nuovo acquisto di ben 250 ettari di foresta che consentiva di unire la foresta Otonga a quella vicina de “La FLORESTAL”, già tutelata di proprietà dello Stato dell’Ecuador creando così un unico corridoio  tra le due, facilitando la mobilità per la fauna ivi presente, grazie alla  lodevole iniziativa del  quotidiano “Il Gazzettino” che aveva rilanciato la sottoscrizione , si è venuti provvidenzialmente in contatto con l’Azienda VALCUCINE di Pordenone molto sensibile alle problematiche ambientali ecologicamente ben impostata che già allora praticava il riciclaggio e l’uso minimo della materia prima così pure il risparmio energetico.

 

Tale Azienda si dimostrò subito molto interessata alla nostra iniziativa dando la sua piena disponibilità all’acquisto del suddetto nuovo lotto di foresta ma anche soprattutto aperti a sostenere anche altre iniziative come la nostra finanziando progetti pluriennali di riforestazione disposti ad assicurare finanziamenti minimi annuali pari a venti milioni di vecchie lire coinvolgendo anche i propri fornitori e altre aziende sensibili alle problematiche ambientali disposte a tenere comportamenti  coerenti.

 

In pochi mesi in un  clima molto costruttivo, di piena collaborazione e intesa con la direzione di VALCUCINE si giunse ad  elaborare ben tre progetti pluriennali di riforestazione con durata almeno decennale che oltre a comprendere in primis l’Operazione Otonga prevedeva l’ulteriore progetto, sempre in Amazzonia nel “Mato Grosso “ in Brasile denominato “ Xavante -Amazzonia Viva “ e l’altro in Italia   a Cordenons in Provincia di Pordenone sull’area  naturalistica del Bosco planiziale delle Risorgive del Vinchiaruzzo.

 

Con il significativo costante impegno assicurato dalla VALCUCINE, dai suoi fornitori e da altre Aziende del Nord-Est situate in particolare in Friuli Venezia Giulia, si rese subito necessaria la costituzione di una specifica Associazione per la gestione e la promozione dei suddetti  tre progetti.

Così nel febbraio del 1998 si giunse alla costituzione dell’”ASSOCIAZIONE ONLUS BIOFOREST PER LA RIGENERAZIONE DEGLI AMBIENTI NATURALI “ con sede a Pordenone presso la VALCUCINE che da allora continua a seguire, promuovere e raccogliere finanziamenti per sostenere i progetti di riforestazione “ Otonga “ in Ecuador , delle “Risorgive del Vinchiaruzzo” nel Comune di Cordenons in Provincia di Pordenone, e dal 2009 “ GOT OWAGA “ in Kenya. Grazie a BIOFOREST e ai suoi finanziamenti messi a disposizione di anno in anno, e ad altri provenienti da altre Aziende del Nord-Est e del Nord-Ovest, da altre Associazioni, Fondazioni, Scuole, Università, Istituti e Centri di ricerca, ecc. distribuiti un po’ in tutta Italia costantemente in contatto con la “FUNDACION OTONGA” con sede a Quito in Ecuador costituita nel 1998 e presieduta dal Prof. Giovanni Onore dove sono andati e continuano a confluire direttamene tutti i finanziamenti, titolare e proprietaria di tutti i lembi di foresta via via acquistati impegnata a realizzare e gestire in loco anche gli altri importanti progetti collaterali.

 

L’Operazione Otonga con i suddetti nuovi rilevanti appoggi e finanziamenti, con le complementari stabili ed efficienti strutture organizzative di appoggio per la promozione e realizzazione dei progetti ha potuto beneficiare di un forte rilancio e straordinario sviluppo.

Nel 2000 a seguito dell’acquisto di un altro significativo lembo di foresta prossimo al villaggio di Otongachi in quel  nuovo sito ebbero poi inizio i lavori eseguiti a dorso di mulo per la costruzione di un Centro di Educazione Ambientale inaugurato nel 2007 alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia in Ecuador dotato di confortevoli Aule, laboratori, sale espositive da adibire anche a Museo, di una Sala Mensa con annessa sala cucina e di alcune stanze per ospitare visitatori in particolare collegati alle frequenti spedizioni scientifiche interessate a esplorare la foresta Otonga per studi e ricerche così da scoprire le tante nuove specie di piante e animali ancora sconosciute ivi presenti in gran numero.

 

Già alla fine degli anni novanta furono avviati e via via implementati alcuni  progetti di sensibilizzazione ed educazione ambientale coinvolgendo gli alunni delle scuole dei villaggi prossimi alla foresta Otonga nei lavori di riforestazione per mettere a dimora le pianticelle fatte crescere nei vivai e/o prese direttamente nella foresta. Ai bambini, ai ragazzi  e ai giovani delle famiglie più bisognose da allora e poi, di anno in anno, vengono consegnate centinaia di borse di studio che consentono loro  di proseguire negli studi.

 

Per far conoscere la straordinaria biodiversità della foresta Otonga sono state realizzate delle tabelle e dei poster con riprodotte immagini della flora e fauna ivi presente. Sono stati inoltre pubblicati parecchi studi, ricerche, libri sulle meraviglie conservate all’interno della foresta Otonga così pure racconti a sfondo ecologico ad essa ispirati. La Fundacion Otonga inoltre conserva e divulga tutte le ricerche e studi che le numerose spedizioni scientifiche hanno realizzato nel corso delle loro esplorazioni nella foresta Otonga scoprendo spesso nuove specie di animali e vegetali. Grazie in particolare alla Associazione “Arca Verde Otonga”, attiva a Cagliari dai primi anni duemila, nei numerosi villaggi ai margini della foresta Otonga sono state avviate parecchie  adozioni a distanza a sostegno delle famiglie più povere che continuano da allora,  di anno in anno, ormai prossime a raggiungere il  buon numero di circa duecento adesioni. Sempre l’Arca Verde Otonga in stretta collaborazione con alcuni soci della Sotto sezione C.A.I. di San Polo di Piave hanno promosso da più di vent’anni l’artigianato “ Tagua” che si è sviluppato  in Ecuador e diffuso anche nei villaggi attorno alla foresta Otonga che consiste nella vendita di oggetti vari ottenuti con la lavorazione dei semi di una palma molto diffusa, dalle dimensioni come i Kiwi, noti per la loro durezza e per questo denominati  “ Avorio vegetale “ in quanto, sotto la sottile buccia marrone,  appare subito il tipico colore bianco uniforme. Nei villaggi alcune famiglie si sono riunite in cooperative artigianali specializzandosi in tale lavorazione ideando e realizzando una notevole gamma di oggetti creando così un mercato di vendita che consente loro di fruire di un ulteriore reddito integrativo. Tali oggetti giunti da noi in Italia vengono esposti e posti in vendita allestendo in particolare appositi mercatini in occasione di eventi o situazioni specifiche. Presso il Centro di Educazione Ambientale è in fase di progettazione e di prossimo allestimento un Museo  dedicato alla lavorazione della Tagua quale esempio positivo di sviluppo di una attività sostenibile che trae vantaggio dall’ambiente naturale senza generare allo stesso conseguenze negative.

 

La Sottosezione  C.A.I. di San Polo di Piave, nel 2002, giusto nell’anno internazionale della Montagna, ha inoltre promosso una spedizione alpinistica e umanitaria  in Ecuador  portando   aiuti di vario genere alle popolazioni dei villaggi vicini alla Foresta Otonga a  sostegno dell’omonima Operazione, in stretta collaborazione con la Fundacion Otonga.

 

Sempre dagli anni duemila in poi sono state realizzate altre costruzioni  quali un ponte sul fiume Toachi che ha consentito di unire direttamente il parcheggio, munito di casa per il custode, con il Centro di Educazione Ambientale.

Dallo stesso parcheggio è in funzione una apposita teleferica per trasferire materiali vari e all’occorrenza anche persone presso il sovrastante Centro di Educazione Ambientale altrimenti non raggiungibile con altri veicoli e mezzi. Sempre nei pressi del Centro, sfruttando una radura ivi presente, è stato realizzato un giardino botanico dove sono riportate le principali piante che si trovano nella foresta, così pure quelle utili da frutto e quelle  medicinali.

Nel 2011, con un grande sforzo umano, a fianco del Centro di Educazione Ambientale è stata avviata la costruzione di un nuovo confortevole edificio denominato “ Olinguito “, dal nome del nuovo  mammifero scoperto nella foresta Otonga da uno zoologo americano dopo ben 35 anni dal precedente. Si tratta di una accogliente foresteria su standard occidentali capace di accogliere una sessantina di visitatori dotata di camere doppie con servizi interni e grandi vetrate rivolte verso la foresta.

 

Il suddetto edificio è stato terminato e inaugurato nel 2020. Nel 2021 è stato inoltre ultimato l’acquedotto per cui da quel momento tutti gli edifici e annesse strutture fruiscono di acqua potabile.

Le facciate dei suddetti edifici sono state  abbellite con grandi murali traendo ispirazione dalle ali di una farfalla e da altri elementi naturali. Tra i due principali edifici è stata costruita una piazzetta che nel pavimento riproduce una “Rosa dei venti” che serve da punto d’incontro.

In altri spazi esterni e interni agli edifici spicca qualche opera d’arte in marmo dell’artista Mario Tapia nativo di quel luogo noto a livello internazionale.

In questo momento la Fundacion Otonga ha acquisito ben 2.500 ettari di foresta primaria integralmente protetta localizzata in quattro siti geografici : Otonga, la più rilevante, Otongachi, Otokiki e Otoyaku.

 

Questi in sintesi gli straordinari sviluppi e risultati finora raggiunti dall’Operazione Otonga lanciata da San Polo di Piave con una sottoscrizione avviata 33 anni fa magnificamente coordinata e sapientemente diretta dal Prof. Giovanni Onore che avremo modo di apprezzare nel corso della sua presentazione accompagnata da una suggestiva carrellata di splendide immagini che la documentano in modo esauriente sotto tutti gli aspetti in particolare quello naturalistico.

 

Non rimane altro che il desiderio di poter visitare questo santuario della Natura e godere di tutte le sue meraviglie nella sua stupenda rigogliosa biodiversità. 

Al Prof. Giovanni Onore vada tutta la nostra infinita gratitudine e riconoscenza per l’eccezionale lavoro svolto e i favolosi risultati  conseguiti ben al di là di ogni nostra umana aspettativa che vanno condivisi con tutti coloro, singole persone, Gruppi, Associazioni, Fondazioni, Scuole, Università, Istituti e Centri di Ricerca che lo hanno sostenuto e incoraggiato.

Non possiamo far a meno di segnalare quest’ultimo contributo del Prof. Giovanni Onore appena ultimato un altro suo progetto che inseguiva da parecchio tempo…

 

E’ ormai disponibile da qualche settimana ancora fresco di stampa il celebre libro di Edward Whymper  “Viaggi tra le grandi Ande dell’Equatore”, pubblicato  dalle Edizioni dell’Orso, per la prima volta integralmente tradotto in italiano, ultima pregevole iniziativa portata a compimento dal Prof. Giovanni Onore, tenacemente pazientemente inseguita da parecchi anni  ora finalmente portata a termine grazie a un Gruppo promotore di colleghi e amici che lo hanno supportato. Questo libro del famoso alpinista esploratore, disegnatore e scrittore inglese, conquistatore del Cervino nel 1865, racconta la spedizione da lui condotta in Ecuador  nel 1880 affiancato da due eroiche guide valdostane Jean-Antoine e Louis Carrel che gli hanno assicurato il buon esito dell’impresa. Questo libro ha rappresentato per Giovanni Onore la sua “Bibbia laica” che lo ha accompagnato appena giunto dall’Africa  in Ecuador nella scoperta delle sue popolazioni, del paesaggio andino e delle sue incredibili manifestazioni di fauna e flora. Nei decenni successivi la conoscenza scientifica sulle Ande è aumentata tantissimo ma il contributo di Whymper è rimasto mitico. Spinto dal desiderio di poter condividere con i lettori italiani la gioia di far conoscere le Ande ecuadoriane attraverso l’epico affascinante racconto di Whymper, Giovanni Onore ha  ora felicemente raggiunto l’obiettivo dell’uscita di tale volume nell’edizione italiana.