09 Ago La crisi dell’Unione Europea negli attuali epocali mutamenti geopolitici mondiali

La crisi dell’Unione Europea negli attuali epocali mutamenti geopolitici mondiali
Le nuove sfide che l’Europa è chiamata ad affrontare per conservare un ruolo da protagonista sulla scena internazionale assicurando un duraturo futuro di pace e benessere alle nazioni che ne fanno parte”
Relatore: prof. Marco Brunazzo, Direttore del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, e Professore Ordinario di Politiche dell’Unione Europea all’Università degli Studi di Trento.
Settantacinque anni fa nasceva l’idea dell’Unione Europea, la nostra “Casa comune”. Un continente devastato dalla seconda guerra mondiale si mise sulla via della pace e della stabile cooperazione dando inizio alla più audace innovazione democratica transnazionale della nostra epoca.
L’Unione Europea (UE) si trova oggi al centro di profondi mutamenti geopolitici che ne mettono a dura prova coesione, capacità strategica e ambizione globale. Di fronte all’offensiva che mira a disunire l’Unione, c’è il timore che l’Europa, ora così politicamente debole, si condanni a tornare ad essere un’espressione geografica rassegnandosi al dominio internazionale della forza non più in condizione di difendere lo stato di diritto, pilastro portante della sua civiltà giuridica e politica, presupposto di un lungo e storico periodo europeo di pace così pure di rivendicare la civiltà di molte sue leggi davanti all’arbitrio di chi mette sul piatto il peso della propria potenza economica, commerciale e, non ultima militare.
Per mantenere un ruolo da protagonista sulla scena internazionale e garantirsi l’indipendenza l’UE dovrà affrontare una serie di sfideinterconnesse e compiere scelte cruciali. A un continente deriso per la sua timidezza necessitano nuove idee e urgenti proposte per ricostruire e riformare la sua struttura abbandonando vecchie abitudini quali il protagonismo che ha la meglio sull’azione collettiva.
Riportiamo pertanto qui di seguito una sintesi delle principali problematiche e sfide che l’attendono così pure le direttrici strategiche che si delineano.
- Sicurezza e Difesa: verso una maggiore autonomia strategica. L’invasione russa dell’Ucraina ha riportato la guerra sul suolo europeo, evidenziando la dipendenza da USA e NATO per la sicurezza. Sta emergendo la necessità di rafforzare la difesa comune europea, potenziando l’industria militare e creando una politica estera e di sicurezza più coesa. Si palesa una autonomia strategica senza rompere l’alleanza atlantica. Diceva il grande Jean Monnet, nostro padre Europeo: “Si accetta il cambiamento solo quando è necessario e si vede la necessità solo durante una crisi ”. A lui, in questi tempi di crisi su più fronti, dovrebbero ispirarsi i leader europei. Le scelte per l’Europa sono brutalmente semplici: possiamo essere padroni del nostro destino o dipendere dalle decisioni altrui. Oggi diventano scelte necessarie.
- Transizione energetica e indipendenza dalle fonti esterne. La dipendenza dal gas russo e le turbolenze nei mercati globali hanno messo a rischio la sicurezza energetica. E’ necessario accelerare il più possibile nella transizione verso le energie rinnovabili e costruire una rete energetica europea più integrata
tale da assicurare sovranità energetica e sostenibilità ambientale. - Competitività economica e sovranità tecnologica. La concorrenza globale da parte di Cina e Stati Uniti, i ritardi digitali e le dipendenze tecnologiche richiedono urgenti grandi investimenti in innovazione, intelligenza artificiale, semiconduttori, per colmare tale notevole divario creando magari un mercato interno più agile così da poter contare in una Unione Europea più resiliente, innovativa e autonoma sul piano industriale e tecnologico.
- Allargamento e gestione delle frontiere. La prospettiva di allargamento verso i Balcani occidentali, l’Ucraina, la Moldavia e forse la Georgia, pone problemi di governance, risorse e coesione. Prima di tale espansione si renderà necessario procedere a riformare le istituzioni europee , rafforzando il controllo delle frontiere e definendo politiche migratorie comuni. Si auspica un’Unione più grande ma anche più coesa e funzionale.
- Governance interna e riforme istituzionali. Il processo decisionale è spesso bloccato da veti nazionali e lentezze burocratiche. Ci si augura venga superato il voto all’unanimità su temi chiave come la politica estera e fiscale, rafforzando il ruolo del Parlamento europeo snellendo le istituzioni dando così più efficienza e legittimità democratica.
- Crisi demografiche e sociali. L’invecchiamento della popolazione, il calo demografico e le disuguaglianze sociali tra Stati membri richiedono politiche comuni su natalità, welfare, lavoro e immigrazione qualificata. In Europa bisogna fare molto di più anche per una maggiore armonizzazione fiscale. Tutto ciò va però raggiunto preservando il modello sociale europeo.
- Ruolo globale e multilateralismo. I nuovi equilibri geopolitici in corso hanno messo in crisi il multilateralismo generando instabilità nel Mediterraneo e in Africa. S’impone pertanto il rafforzamento della politica estera comune, parlando quindi con una sola voce nei consessi internazionali diventando attore mediatore e regolatore a livello globale facendo dell’Unione Europea un “potere normativo” e diplomatico riconosciuto. Questa fase storica dovrebbe farci riconoscere l’essenza e l’urgenza del sistema multilaterale e le sue cruciali funzioni di fronte a problemi globali che richiedono soluzioni globali. La cooperazione globale ha bisogno di ancoraggi più solidi verso le comunità e di risposte sociali più forti in grado di generare equità. Il multilateralismo può giocare un ruolo decisivo e anche per questo non crediamo che le relazioni internazionali in futuro possano basarsi solo sulla sommatoria di rapporti bilaterali, per quanto legittimi e necessari.
Il futuro dell’Unione Europea dipenderà dalla sua capacità di essere unita nelle scelte strategiche, di modernizzare il proprio modello socio- economico e parlare con voce unica nel mondo. Solo affrontando queste sfide in modo coeso e lungimirante, l’Unione Europea potrà conservare un ruolo da protagonista nel nuovo ordine globale in trasformazione. Mai come oggi abbiamo bisogno di Europa e mai come oggi siamo all’ultima chiamata. L’Europa è la realtà che può fare la differenza se riesce ad agire in modo unitario e ha anzitutto l’urgenza di dimostrare che difende con forza i suoi valori storici e culturali fondamentali, quelli della libertà, della democrazia, dell’accoglienza, della solidarietà sociale favorendo la formazione e la creatività come potenti strumenti pacifici capaci di generare un benessere diffuso e duraturo. Alimentare la conoscenza moltiplica energie e speranze ed è anche un mezzo indispensabile per la salvezza del nostro pianeta. Bisogna immaginare, definire, progettare l’impensabile. E l’impensabile oggi sono gli Stati Uniti d’Europa, la più forte risposta al sovranismo e al populismo, la più grande garanzia di pace e di equilibrio mondiale che si possa oggi immaginare.