09 Ago L’operazione Otonga in Amazzonia

L’operazione Otonga in Amazzonia
RAPPORTO SULL’OPERAZIONE OTONGA NELL’AMAZZONIA ECUDORIANA: Gli eccellenti risultati e obiettivi raggiunti dall’articolato progetto di riforestazione e tutela della straordinaria biodiversità così pure di sostegno alle popolazioni ivi presenti.
Il Prof. Giovanni Onore, illustre Entomologo ed Ecologo di fama internazionale, coordinatore del suddetto progetto e Presidente della “Fundacion Otonga” con sede a Quito (Ecuador) è particolarmente lieto di riferire sugli esiti di tale eccezionale impresa partita da San Polo di Piave nel 1992 in particolare a tutti coloro che hanno concorso e concorso ormai felicemente avviata alla sua conclusione.
La prima scintilla che ha dato avvio all’Operazione Otonga è partita da San Polo di Piave nel novembre del 1992 in occasione di un convegno internazionale intitolato “ AMAZZONIA CHIAMA – Uomo, ambiente e risorse in pericolo “ cui è seguita nel pomeriggio una TAVOLA ROTONDA sul tema “ AMAZZONIA QUALE FUTURO ? Idee e proposte per assicurarne la sopravvivenza: progetti e interventi per un adeguato e globale sviluppo sostenibile”, quest’ultima coordinata da Piero Angela e Danilo Mainardi con la partecipazione di esperti relatori per lo più stabilmente presenti e operanti in quella vasta regione, impegnati in studi, ricerche e progetti a tutela del “ Polmone verde “ del nostro Pianeta sempre più minacciato e devastato da incendi, disboscamenti e inquinamenti vari.
Tali eventi rientravano nell’ambito delle “ Manifestazioni Parallele “ al Premio GAMBRINUS “ GIUSEPPE MAZZOTTI “ giusto nella ricorrenza dei cinquecento anni dalla scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo e in coincidenza con la celebrazione della x^ edizione del Premio stesso che si è tenuta nella in serata presso il Parco Gambrinus.
A conclusione della suddetta manifestazione, nell’ambito del dibattito che ne è seguito, un signore, rivolgendosi agli illustri relatori presenti, visto il quadro piuttosto desolante e molto allarmante emerso dai vari interventi sulla situazione ambientale in Amazzonia, sempre più esposta a una sistematica deforestazione, ha chiesto loro cosa era ancora possibile fare per non cedere alla rassegnazione e contrastare tale processo di progressiva distruzione della foresta in quella vasta regione di così vitale importanza per l’intera umanità. Gli rispose subito il Prof. Giovanni Onore che era tra i relatori coinvolti, da più di un decennio residente in Ecuador, docente di Entomologia, Zoologia, Etologia ed Ecologia alla Pontificia Università di Quito, punto di riferimento per gran parte delle spedizioni scientifiche in Amazzonia, dicendo che una analoga domanda gli era stata rivolta tre anni fa da Massimo Carpinteri un appassionato apicoltore che era andato a fargli visita in Ecuador, mentre si trovavano immersi in una foltissima foresta spesso coperta di nubi ed esposta a frequenti e intense piogge, che custodiva una straordinaria biodiversità, dopo aver prima attraversato un lungo tratto di percorso pieno di sterpaglie e radure quasi prive di vegetazione e in lontananza si udivano i rumori caratteristici delle motoseghe in funzione e il fragore degli alberi abbattuti. L’ospite gli chiese spiegazioni sulle ragioni che spingono le popolazioni del luogo a tagliare tali foreste tropicali e dopo aver ricevuto dal Prof. Onore una sostanziale semplice risposta dove metteva in evidenza come le popolazioni ivi residenti per poter sopravvivere tagliavano le foreste per ottenere subito un piccola rendita dalla vendita degli alberi abbattuti e poi utilizzare il terreno ridotto a pascolo allevando vacche per un periodo non superiore a un quinquennio, corrispondente alla durata massima di fertilità di quel terreno, costretti infine a riprendere l’usanza di procedere a una nuova deforestazione.
Colpito da tale sistematico progressivo processo di distruzione della foresta, l’amico del Prof. Onore gli mise subito a disposizione tremila dollari per procedere a un significativo lembo di tale foresta per salvare almeno una tale pur piccola porzione dalla ineluttabile distruzione.
Richiamandosi a questa singolare vicenda, il Prof. Giovanni Onore rispose all’interlocutore e alla folta platea presente che in tale luogo e situazione solo l’acquisto di porzioni di foresta primaria finalizzato alla sua integrale conservazione era forse l’unico modo per salvarla tutelando la straordinaria biodiversità ivi presente fondamentale risorsa dell’Umanità da cui dipende la sua stessa esistenza.
L’illustre Prof. Mario Pavan prese subito la parola e lanciò la proposta di aprire subito una sottoscrizione finalizzata all’acquisto di una significativa porzione di tale foresta primaria segnalata dal Prof. Giovanni Onore con l’intento e il vincolo della sua integrale conservazione a disposizione per studi e ricerche ed esplorazioni a carattere scientifico e naturalistico. Tale proposta venne subito accolta con grande entusiasmo dai numerosi partecipanti alla suddetta manifestazione e in tale contesto venne subito raccolta una significativa somma.
La stessa sera, in occasione della celebrazione della X^ edizione del Premio GAMBRINUS “ GIUSEPPE MAZZOTTI ” venne di nuovo rilanciata tale sottoscrizione a favore della suddetta foresta, poi denominata “ Otonga “, localizzata in Ecuador sulla linea dell’Equatore nelle pendici delle Ande, a cavallo tra i due versanti della catena, il primo rivolto verso l’Oceano Pacifico e il secondo verso la foresta amazzonica. Alla fine dell’evento fu subito raccolta la significativa somma pari a circa venti milioni di vecchie lire grazie a un significativo contributo pari a cinque milioni di vecchie lire messo a disposizione da “VENETOBANCA”, alla ulteriore devoluzione della somma in denaro pari a dieci milioni di vecchie lire spettante al vincitore di quella X^ edizione del Premio GAMBRINUS “ GIUSEPPE MAZZOTTI”, il noto alpinista Reinhold Messner, con l’opera “ ANTARTIDE – Inferno e Paradiso “, Garzanti Editore, che non essendo poi venuto a ritirarlo di persona, come da Regolamento del Premio stesso, non poteva più ricevere la vincita in denaro, pur rimanendo comunque il vincitore morale, cui si aggiunsero altre somme offerte da singoli privati partecipanti al Convegno e alla Cerimonia delle Premiazioni.
Subito dopo la Cerimonia delle premiazioni della X^ edizione del Premio GAMBRINUS “GIUSEPPE MAZZOTTI”, nel giro di una settimana, il Prof. Giovanni Onore diede il battesimo alla foresta chiamandola “ OTONGA” che derivava dal nome dato dai locali a un lombrico di grandi dimensioni, presente in tale foresta, di grandi dimensioni capace di raggiungere il metro e mezzo di lunghezza, spesso confuso con un serpentello o un anfibio vermiforme senza zampe che vive sottoterra.
L’Associazione promotrice del Premio GAMBRINUS ”GIUSEPPE MAZZOTTI“, per il tramite della sua segreteria, si è poi impegnata a tener viva nei successivi cinque anni la suddetta sottoscrizione a favore della Foresta Otonga seguendo tutti gli aspetti amministrativi e gestionali nonchè il trasferimento diretto delle somme via via raccolte, al Prof. Giovanni Onore, organizzando e promuovendo inoltre iniziative specifiche coinvolgendo Gruppi, Associazioni varie, Fondazioni, Scuole, Aziende, ecc. soprattutto nell’ambito del Comprensorio Opitergino-Mottense e della Provincia di Treviso. Dal 1993 al 1997 sono stati raccolti altri venti milioni circa di vecchie lire.
Con la significativa somma raccolta nel 1992 in occasione della suddetta Manifestazione Parallela dedicata all’Amazzonia e nella successiva X^ edizione del Premio GAMBRINUS “ GIUSEPPE MAZZOTTI” e poi nei successivi contributi introitati nel quinquennio dal 1993 al 1997 è stato possibile acquistare in totale ben cinquecento ettari circa di foresta primaria in buona parte ancora vergine riforestando al suo interno circa 160 ettari di suolo deforestato ivi presente coinvolgendo le popolazioni locali e i ragazzi delle scuole situate nei villaggi ai bordi della suddetta foresta.
Al prioritario acquisto di lembi di foresta primaria, sono ben presto emerse altre connesse necessità complementari di supporto al progetto stesso per favorirne un duraturo positivo esito promuovendo altre iniziative e progetti di sensibilizzazione ed educazione ambientale, di promozione umana e sociale a favore delle popolazioni locali rivolte in particolare ai bambini ,ai ragazzi e ai giovani.
Nel 1997, quando l’Operazione Otonga sembrava ormai prossima al suo esaurimento e si faticava a raccogliere altri contributi e nel contempo si presentava una buona opportunità di un nuovo acquisto di ben 250 ettari di foresta che consentiva di unire la foresta Otonga a quella vicina de “La FLORESTAL”, già tutelata di proprietà dello Stato dell’Ecuador creando così un unico corridoio tra le due, facilitando la mobilità per la fauna ivi presente, grazie alla lodevole iniziativa del quotidiano “Il Gazzettino” che aveva rilanciato la sottoscrizione , si è venuti provvidenzialmente in contatto con l’Azienda VALCUCINE di Pordenone molto sensibile alle problematiche ambientali ecologicamente ben impostata che già allora praticava il riciclaggio e l’uso minimo della materia prima così pure il risparmio energetico.
Tale Azienda si dimostrò subito molto interessata alla nostra iniziativa dando la sua piena disponibilità all’acquisto del suddetto nuovo lotto di foresta ma anche soprattutto aperti a sostenere anche altre iniziative come la nostra finanziando progetti pluriennali di riforestazione disposti ad assicurare finanziamenti minimi annuali pari a venti milioni di vecchie lire coinvolgendo anche i propri fornitori e altre aziende sensibili alle problematiche ambientali disposte a tenere comportamenti coerenti.
In pochi mesi in un clima molto costruttivo, di piena collaborazione e intesa con la direzione di VALCUCINE si giunse ad elaborare ben tre progetti pluriennali di riforestazione con durata almeno decennale che oltre a comprendere in primis l’Operazione Otonga prevedeva l’ulteriore progetto, sempre in Amazzonia nel “Mato Grosso “ in Brasile denominato “ Xavante -Amazzonia Viva “ e l’altro in Italia a Cordenons in Provincia di Pordenone sull’area naturalistica del Bosco planiziale delle Risorgive del Vinchiaruzzo.
Con il significativo costante impegno assicurato dalla VALCUCINE, dai suoi fornitori e da altre Aziende del Nord-Est situate in particolare in Friuli Venezia Giulia, si rese subito necessaria la costituzione di una specifica Associazione per la gestione e la promozione dei suddetti tre progetti.
Così nel febbraio del 1998 si giunse alla costituzione dell’”ASSOCIAZIONE ONLUS BIOFOREST PER LA RIGENERAZIONE DEGLI AMBIENTI NATURALI “ con sede a Pordenone presso la VALCUCINE che da allora continua a seguire, promuovere e raccogliere finanziamenti per sostenere i progetti di riforestazione “ Otonga “ in Ecuador , delle “Risorgive del Vinchiaruzzo” nel Comune di Cordenons in Provincia di Pordenone, e dal 2009 “ GOT OWAGA “ in Kenya. Grazie a BIOFOREST e ai suoi finanziamenti messi a disposizione di anno in anno, e ad altri provenienti da altre Aziende del Nord-Est e del Nord-Ovest, da altre Associazioni, Fondazioni, Scuole, Università, Istituti e Centri di ricerca, ecc. distribuiti un po’ in tutta Italia costantemente in contatto con la “FUNDACION OTONGA” con sede a Quito in Ecuador costituita nel 1998 e presieduta dal Prof. Giovanni Onore dove sono andati e continuano a confluire direttamene tutti i finanziamenti, titolare e proprietaria di tutti i lembi di foresta via via acquistati impegnata a realizzare e gestire in loco anche gli altri importanti progetti collaterali.
L’Operazione Otonga con i suddetti nuovi rilevanti appoggi e finanziamenti, con le complementari stabili ed efficienti strutture organizzative di appoggio per la promozione e realizzazione dei progetti ha potuto beneficiare di un forte rilancio e straordinario sviluppo.
Nel 2000 a seguito dell’acquisto di un altro significativo lembo di foresta prossimo al villaggio di Otongachi in quel nuovo sito ebbero poi inizio i lavori eseguiti a dorso di mulo per la costruzione di un Centro di Educazione Ambientale inaugurato nel 2007 alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia in Ecuador dotato di confortevoli Aule, laboratori, sale espositive da adibire anche a Museo, di una Sala Mensa con annessa sala cucina e di alcune stanze per ospitare visitatori in particolare collegati alle frequenti spedizioni scientifiche interessate a esplorare la foresta Otonga per studi e ricerche così da scoprire le tante nuove specie di piante e animali ancora sconosciute ivi presenti in gran numero.
Già alla fine degli anni novanta furono avviati e via via implementati alcuni progetti di sensibilizzazione ed educazione ambientale coinvolgendo gli alunni delle scuole dei villaggi prossimi alla foresta Otonga nei lavori di riforestazione per mettere a dimora le pianticelle fatte crescere nei vivai e/o prese direttamente nella foresta. Ai bambini, ai ragazzi e ai giovani delle famiglie più bisognose da allora e poi, di anno in anno, vengono consegnate centinaia di borse di studio che consentono loro di proseguire negli studi.
Per far conoscere la straordinaria biodiversità della foresta Otonga sono state realizzate delle tabelle e dei poster con riprodotte immagini della flora e fauna ivi presente. Sono stati inoltre pubblicati parecchi studi, ricerche, libri sulle meraviglie conservate all’interno della foresta Otonga così pure racconti a sfondo ecologico ad essa ispirati. La Fundacion Otonga inoltre conserva e divulga tutte le ricerche e studi che le numerose spedizioni scientifiche hanno realizzato nel corso delle loro esplorazioni nella foresta Otonga scoprendo spesso nuove specie di animali e vegetali. Grazie in particolare alla Associazione “Arca Verde Otonga”, attiva a Cagliari dai primi anni duemila, nei numerosi villaggi ai margini della foresta Otonga sono state avviate parecchie adozioni a distanza a sostegno delle famiglie più povere che continuano da allora, di anno in anno, ormai prossime a raggiungere il buon numero di circa duecento adesioni. Sempre l’Arca Verde Otonga in stretta collaborazione con alcuni soci della Sotto sezione C.A.I. di San Polo di Piave hanno promosso da più di vent’anni l’artigianato “ Tagua” che si è sviluppato in Ecuador e diffuso anche nei villaggi attorno alla foresta Otonga che consiste nella vendita di oggetti vari ottenuti con la lavorazione dei semi di una palma molto diffusa, dalle dimensioni come i Kiwi, noti per la loro durezza e per questo denominati “ Avorio vegetale “ in quanto, sotto la sottile buccia marrone, appare subito il tipico colore bianco uniforme. Nei villaggi alcune famiglie si sono riunite in cooperative artigianali specializzandosi in tale lavorazione ideando e realizzando una notevole gamma di oggetti creando così un mercato di vendita che consente loro di fruire di un ulteriore reddito integrativo. Tali oggetti giunti da noi in Italia vengono esposti e posti in vendita allestendo in particolare appositi mercatini in occasione di eventi o situazioni specifiche. Presso il Centro di Educazione Ambientale è in fase di progettazione e di prossimo allestimento un Museo dedicato alla lavorazione della Tagua quale esempio positivo di sviluppo di una attività sostenibile che trae vantaggio dall’ambiente naturale senza generare allo stesso conseguenze negative.
La Sottosezione C.A.I. di San Polo di Piave, nel 2002, giusto nell’anno internazionale della Montagna, ha inoltre promosso una spedizione alpinistica e umanitaria in Ecuador portando aiuti di vario genere alle popolazioni dei villaggi vicini alla Foresta Otonga a sostegno dell’omonima Operazione, in stretta collaborazione con la Fundacion Otonga.
Sempre dagli anni duemila in poi sono state realizzate altre costruzioni quali un ponte sul fiume Toachi che ha consentito di unire direttamente il parcheggio, munito di casa per il custode, con il Centro di Educazione Ambientale.
Dallo stesso parcheggio è in funzione una apposita teleferica per trasferire materiali vari e all’occorrenza anche persone presso il sovrastante Centro di Educazione Ambientale altrimenti non raggiungibile con altri veicoli e mezzi. Sempre nei pressi del Centro, sfruttando una radura ivi presente, è stato realizzato un giardino botanico dove sono riportate le principali piante che si trovano nella foresta, così pure quelle utili da frutto e quelle medicinali.
Nel 2011, con un grande sforzo umano, a fianco del Centro di Educazione Ambientale è stata avviata la costruzione di un nuovo confortevole edificio denominato “ Olinguito “, dal nome del nuovo mammifero scoperto nella foresta Otonga da uno zoologo americano dopo ben 35 anni dal precedente. Si tratta di una accogliente foresteria su standard occidentali capace di accogliere una sessantina di visitatori dotata di camere doppie con servizi interni e grandi vetrate rivolte verso la foresta.
Il suddetto edificio è stato terminato e inaugurato nel 2020. Nel 2021 è stato inoltre ultimato l’acquedotto per cui da quel momento tutti gli edifici e annesse strutture fruiscono di acqua potabile.
Le facciate dei suddetti edifici sono state abbellite con grandi murali traendo ispirazione dalle ali di una farfalla e da altri elementi naturali. Tra i due principali edifici è stata costruita una piazzetta che nel pavimento riproduce una “Rosa dei venti” che serve da punto d’incontro.
In altri spazi esterni e interni agli edifici spicca qualche opera d’arte in marmo dell’artista Mario Tapia nativo di quel luogo noto a livello internazionale.
In questo momento la Fundacion Otonga ha acquisito ben 2.500 ettari di foresta primaria integralmente protetta localizzata in quattro siti geografici : Otonga, la più rilevante, Otongachi, Otokiki e Otoyaku.
Questi in sintesi gli straordinari sviluppi e risultati finora raggiunti dall’Operazione Otonga lanciata da San Polo di Piave con una sottoscrizione avviata 33 anni fa magnificamente coordinata e sapientemente diretta dal Prof. Giovanni Onore che avremo modo di apprezzare nel corso della sua presentazione accompagnata da una suggestiva carrellata di splendide immagini che la documentano in modo esauriente sotto tutti gli aspetti in particolare quello naturalistico.
Non rimane altro che il desiderio di poter visitare questo santuario della Natura e godere di tutte le sue meraviglie nella sua stupenda rigogliosa biodiversità.
Al Prof. Giovanni Onore vada tutta la nostra infinita gratitudine e riconoscenza per l’eccezionale lavoro svolto e i favolosi risultati conseguiti ben al di là di ogni nostra umana aspettativa che vanno condivisi con tutti coloro, singole persone, Gruppi, Associazioni, Fondazioni, Scuole, Università, Istituti e Centri di Ricerca che lo hanno sostenuto e incoraggiato.
Non possiamo far a meno di segnalare quest’ultimo contributo del Prof. Giovanni Onore appena ultimato un altro suo progetto che inseguiva da parecchio tempo…
E’ ormai disponibile da qualche settimana ancora fresco di stampa il celebre libro di Edward Whymper “Viaggi tra le grandi Ande dell’Equatore”, pubblicato dalle Edizioni dell’Orso, per la prima volta integralmente tradotto in italiano, ultima pregevole iniziativa portata a compimento dal Prof. Giovanni Onore, tenacemente pazientemente inseguita da parecchi anni ora finalmente portata a termine grazie a un Gruppo promotore di colleghi e amici che lo hanno supportato. Questo libro del famoso alpinista esploratore, disegnatore e scrittore inglese, conquistatore del Cervino nel 1865, racconta la spedizione da lui condotta in Ecuador nel 1880 affiancato da due eroiche guide valdostane Jean-Antoine e Louis Carrel che gli hanno assicurato il buon esito dell’impresa. Questo libro ha rappresentato per Giovanni Onore la sua “Bibbia laica” che lo ha accompagnato appena giunto dall’Africa in Ecuador nella scoperta delle sue popolazioni, del paesaggio andino e delle sue incredibili manifestazioni di fauna e flora. Nei decenni successivi la conoscenza scientifica sulle Ande è aumentata tantissimo ma il contributo di Whymper è rimasto mitico. Spinto dal desiderio di poter condividere con i lettori italiani la gioia di far conoscere le Ande ecuadoriane attraverso l’epico affascinante racconto di Whymper, Giovanni Onore ha ora felicemente raggiunto l’obiettivo dell’uscita di tale volume nell’edizione italiana.